Lisez mes poèmes en italien

Pour les besoins de l’interview qui aura lieu samedi prochain sur Zoom, à l’invitation d’Emanuela Rizzo, j’ai traduit huit de mes poèmes en italien. Je suis parti, comme base de départ, d’une traduction automatique, et puis j’ai modifié beaucoup, beaucoup de choses, jusqu’à arriver à une traduction qui me satisfasse. Ce n’est certes pas la meilleure méthode, mais c’est la seule qui était compatible avec mon emploi du temps. Je vous laisse juger du résultat.

1.
Che sia
il mio poema
solo questo
Come
l’annuncio
di una buona notizia
Come
un messaggio
di speranza
Come
la neve
che sarebbe caduta dal cielo
Come
una luce
tra le nuvole della sera
Come
la luce timida
di una candela
Oppure come
il dolce calore
del camino
Come
il sorriso generoso
di una madre
Come
un amore
offerto a tutti
e a ciascuno
Un po' come
il silenzio




2.

Un giorno ci fu la voce di un bambino. Il mondo si aprì e si chiuse come un fiore di loto. I mattini si illuminarono oltre la diga di rocce. La semplicità sbocciò come una macchia d'inchiostro, come una frase in cui il soggetto precederebbe il verbo, seguito, ovviamente, dal suo complemento. Il sorriso innocente del mondo risplendette negli echi di un mattino nebbioso. Sui geroglifici, i dei sembrarono apparire con i loro soli verdi e i loro scarabei rossi, come i generosi dominatori dell'aurora. Le grandi scimmie stavano già applaudendo rumorosamente. Ora di gioia tra tutte, celebrata in ogni momento, non perché simboleggiava la nascita e la rinascita – un luogo comune logoro e trito –, ma perché ci accorgevamo improvvisamente di un sorriso discreto dal mondo. Era il prodigio che fece scoppiare il nulla e realizzare il mondo. Era l'energia della voce di un bambino.

3.
Mondo di silenzio. Mondo di pace. Mondo di coraggio. Mondo di cuore. Mondo di serenità. Mondo di gioia. Gioia di essere sdraiati sull’erba, la noce delle stelle cadenti e delle spirali come una nuvola di latte. Gioia ambigua e generosa del sorriso della Gioconda. La gioia che non aspetta nulla, che si offre ad ognuno, che si lascia cogliere. Senza eccitazione, senza scontri, senza grida, la gioia bianca, come una sfera d'acqua nell'aria, come un'impercettibile curvatura del tempo, come una concordanza con se stessi e con l'universo. Gioia come la luce indiretta di una candela nascosta dalla mano, come in un quadro di Georges de La Tour. Gioia né rumorosa né silenziosa. Gioia come una foresta di lucciole, come l'acqua che non ha più bisogno di provare a scorrere. La gioia di ciò che si compie e quella di ciò che genera. Gioia come acquiescenza, come ciò che non si nega appena detto, come ciò che si può gustare senza vergogna. Gioia non isolata, ma impossibile da confinare. La gioia come il suono stesso del mondo. Gioia come parola ridondante, gioia della serenità e serenità della gioia, come ciò che non si può dire altrimenti che: gioia.

4.
Le campane suonano in lontananza. La giornata finisce. È finalmente giunto il momento in cui non si tratta più di fare, di affrettarsi, di riuscire o fallire. Mettiamo giù le nostre cose, mettiamo via il cappotto. Fuori si sente ancora il grande movimento del vento. Ma dentro, adesso è tutto calmo. Il silenzio si diffonde come un balsamo sulle cose. Ci avvolgiamo nel proprio piccolo universo: un buon libro, la contemplazione delle fiamme del camino, magari un bagno caldo, un pezzo di cioccolato. Le campane suonano in lontananza. Il giorno è passato. Domani dovremo ancora una volta andare avanti, agire, lavorare, correre, circolare. Ma per ora, godiamo di non avere più niente da fare. Lasciamo il proprio fardello alla porta. Le campane suonano in lontananza. Non è più il tempo per pensare, prevedere, riflettere, calcolare. Il giorno è passato. Sentiamo suonare le campane.

5.
Maggio futile
L'odore del gelsomino
Così sottile
Sale dal giardino

Tutto si ferma
Un momento fragile
Maggio ci festeggia
Quando l’ape, agile,

Molto maliziosa
Intorno al pistillo
Va, raccoglie, porta
Colori pastello.

Tutti in viola
Ecco gli iris
Nell'alcova
Degli amaryllis.

Gli odori
Nel tranquillo mattino
I felici languori
All'ombra delle palme !

L’arancio
ricoperto di fiori
Misti
Ai grandi raccoglitori

Profuma
Lungo il cammino
La nebbia
E poi la rugiada.

I rosai
Macchie di colore
I fragoli
Son’ già in fiore

I nostri pensieri
Da maggio ammorbiditi
Sognano
A tanti baci.

6.
LA MANO

Lei
ha la mano di accoglienza, la dolce mano tiepida
del conforto, né madida di sudore, né
secca, né troppo molle, né troppo vigorosa.
Quando parla, le fa disegnare qualche curva.
Quando telefona, la lascia scarabocchiare sul taccuino
ampi, graziosi stili floreali siccome fossero miniature.
Ha la mano del conforto, la dolce mano bianca,
e le unghie, senza smalto, nella luce del sole.
Ha la mano di pazienza, incapace di violenza,
la mano della dolcezza e del silenzio.
Come se fosse un tesoro prende ogni cosa,
illuminando tutto ciò che si trova.

Questa poesia è particolare perché è direttamente nata in italiano. Non è una traduzione.

7.
Arrivati, alla fine di un lungo cammino, su qualche cima da cui contemplare il mondo, cambi prospettiva. Sotto, vedi questo folle intreccio di strade e stradine di cui non ti arriva più la voce. Pensi alle cataste di palazzi, alle file di ville, alle successioni di palazzi che prolifererebbero all'infinito se non fossero fermati, in lontananza, dalla linea azzurra della costa. Osservi gli aerei che decollano e atterrano in un balletto incessante. Quindi questo è ciò che fanno i piccoli uomini. Lottano, si agitano, corrono, soffrono molto e godono poco, cominciando ogni giorno gli stessi gesti frenetici, gli stessi movimenti disordinati, ossessionati dai loro desideri, dai loro dolori, dalle loro preoccupazioni, tanti abusati dalla paura di morire che farebbero di tutto per sfuggire, soprattutto proprio ciò che li sta comunque precipitando verso la loro stessa distruzione. Tutti questi gesti a cui danno importanza, tutti questi imperativi ai quelli attribuiscono massima urgenza, appaiono finalmente, visti dall'alto, come una vana agitazione. Dipingono solo grigio di fronte al mare che li ignora, quando le acque, turchesi dai depositi alluvionali del fiume, si confondono con il blu scuro dell'orizzonte.

Sopra tutto questo, nella limpidezza del cielo, volano quattro pacifici rapaci. La loro apertura alare sembra più grande di quella di una semplice poiana. Il loro lento volo intorno al sole, i loro ampi movimenti nel vento, circoscrivono il tempo. Estranei all'agitazione degli uomini, appartengono al cielo e ai monti, a tutta questa immensità silenziosa che scopri voltandoti, fino alle alte cime nevose che ritagliano, laggiù, oltre i primi filari di cresta, il loro candore immacolato.

8.
Solo una schiarita
semplice

che potrebbe avere
il suo dire

che suonerebbe
come una chiave
come un’ inaspettata
collaborazione
all'angolo delle labbra

Alta come le Alpi
abbracciando la pura euforia
senza silenzio, senza rumore

Solo in sé
come d’un fiore lo stame,
un paragone
da pronunciare
quando non c'è niente da dire

*
E bisognerebbe anche
fulmine o tempesta
per mescolare un po'
tutto ciò che altrimenti attecchirebbe
per decollare un po'
la polvere dal cielo

Ma non troppo spesso
Senza violenza o intenti cattivi
Solo una piccola lancia

In modo che, sulla pagina,
i nomi propri
non abbiano paura di quelli comuni

Per sciogliere alcune macchie di inchiostro
per non farmi mentire
quando voglio essere poeta

*
Un piccolo buco tra le nuvole
non molto grande
dove si potrebbe vedere
non tante cose
solo un pezzo di cielo

Una schiarita fragile come una speranza
basta guardarla
interrompere quello che stavamo facendo
e guardare fuori dalla finestra

(c) Gabriel Grossi, 15 janvier 2023.


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3 commentaires sur « Lisez mes poèmes en italien »

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